La nostra fatica è finita, per il momento, ma potete continuare a contribuire alla lotta alla Sclerosi Multipla con noi: a questo link potete donare ad AISM. Avete ancora qualche giorno di tempo, non rimandate!
La Maratona di Milano dei nostri 4for40 inizia il sabato, con il ritiro del pacco gara. Oltre al pettorale, una maglietta grigia dell’evento e 600 volantini, il gruppo viene colpito dalla presenza di una birra. Analcolica, vegana, rinfrescante. Scelta stilistica degli organizzatori che ben si sposa alle condizioni fisiche dei quattro. Daniele ritira il pacco a un minuto dalla chiusura dello stand, rischiando di mandare a viole sei mesi di allenamento quotidiano e vita morigerata.
Il ritrovo è per la mattina seguente al palazzo delle stelline. Francesco, Daniele e Mattia di presentano con un maglione termico sotto la maglia della maratona trovata nel pacco gara. Dario con una maglietta nera e un k-way di dubbia provenienza sopra. Francesco lo rimanda in macchina a cambiarsi e lo esorta a vestire anche il pettorale.
La corsa avviene in modalità differita, per cui i tempi saranno caricati sul sito della maratona a frazioni terminate. Quindi il pettorale non serve assolutamente a nulla ma Dario decide di assecondare il compare. Il suo 107A viene spillato al capezzolo sinistro, pratica masochistica con cui Francesco vuole assicurarsi che Dario non corra abbastanza, o che se lo faccia lo faccia nella sofferenza.
Alle 9:58 si inizia. Daniele e Mattia, come vi abbiamo detto spesso nei nostri aggiornamenti, sono di gran lunga i corridori migliori. Dario ha spasmi mortali alle gambe da due mesi e Francesco si avvicina per la prima volta al gran fondo e teme di ritrovarsi indietro: “Ragazzi non partite forte!”
Dopo 15 metri Daniele e Mattia ne hanno dati 10 agli altri due, che attoniti cercano di stare al centro-africano passo dei 5 minuti al chilometri che i due keniani impongono al gruppetto. Dissennatamente Daniele prende la testa e farà da lepre per metà gara a Mattia, che lo userà come si usano gli stagisti nelle multinazionali del tabacco. Francesco ha il sorriso di quelli che “Va bene, questi sono pazzi” mentre Dario resta a contatto per sola forza di volontà, iniziando a stupirsi della mancata esplosione del polpaccio destro a tali ritmi.
L’andatura di Daniele non è il solo errore mortali dei nostri: Dario non fa partire l’orologio se non dopo 500 metri. Li dovrà recuperare al termine dei dieci chilometri.
Dopo un chilometro la popolazione di CityLife ha capito che deve farsi da parte perché i 4for40 non guardano in faccia a nessuno, stracciando i semafori rossi e abbattendo chi non riesce a scostarsi dal loro incedere.
A metà del secondo giro, che corrisponde a circa metà gara, il gruppo si sgrana. Mattia mette la sesta marcia e lascia indietro gli altri tre. Dario si alza i calzettoni contenitivi ma la minaccia si esaurisce nel solo sorpasso a Daniele e niente più. Quest’ultimo inizia ad accusare la stanchezza delle lepri di Kipcoge a Copenhagen mentre Francesco chiude il gruppo macinando però il suo tempo migliore.
Il centro vaccinale più grande di Milano, sorvegliato dalla Polizia e dalla protezione civile, vede i quattro passare tre volte nello stupore dei suoi avventori che si chiedono come sia possibile mettere in mostra una leggendaria forma fisica di questo tipo nel mezzo di una pandemia globale e nel traffico infuocato di Milano. Dario, rimosso il k-way sin dall’inizio, è l’unico a essere insediabile dalla dissenteria, che tutti i corridori temono. Francesco e Daniele sono sensibili al problema, e nel dopo gara citeranno l’assenza di stimolo intestinale come la più grande conquista della giornata.
Quando sull’orologio di Mattia scatta la fine del decimo chilometri, gli altri sono rimasti indietro; Mattia procede a fare 500 metri in più perché serpeggia il terrore che per qualificarsi si debba coprire, in quattro, la vera distanza della maratona, non soli 40 chilometri. Dario lo imita, secondo al traguardo, anche perché deve recuperare i 500 metri dell’errore iniziale. Daniele e Francesco hanno letto il regolamento, pratica sottovalutata dai più: bastano soli 10 chilometri a testa, e quando gli altri due tornano stanno già commentando il post-gara e recuperato la serenità in volto.
Classifica
- Mattia 48:56
- Daniele 50:34
- Dario 51:31
- Francesco 54:00
Questi i tempi mandati agli organizzatori, con tanto di selfie finale tutti insieme e screenshot della performance personale.
Hanno tutti dato prova di essere dei veri sportivi: metodo, convinzione e allenamento hanno fatto ottenere loro il record personale sulla distanza, tranne Mattia che per fare il PB dovrebbe girare in motorino.
La nostra fatica è finita, per il momento, ma potete continuare a contribuire alla lotta alla Sclerosi Multipla con noi: a questo link potete donare ad AISM. Avete ancora qualche giorno di tempo, non rimandate!